a F.A.
flavio – guardare vampate di acquamorta strappare
spazi giornate persone – e io
dalla terra del sole e del vento e del sale
tremare – mentre è infuriatacatastrofe
tra la tua – la nostra – gente – incubo
di fango grave come caos naturale
o inadempienza dei simili nostri non so – a me
però assicura l’assistenza – quella sì – che la tempra
di quei luoghi da alla vita dall’interno – la mente
che si fa eccellente nella disgrazia
dico – generazioni di sfide nella virtù che si attiva –
e non si piega nemmeno se il nido diventa l’averno
o sembra inverno l’incipit triste di questa stagione
che spezza – a chi sa ascoltare –
e se va e viene portato dai venti il canto
della rovina e il dolore
che affina nell’esaudirsi del pianto posticipato –
per questo arrivo a te – assente/presente –
che quando potrai – vieni a considerare il cielo
che comincia a schiudersi – il brillio siderale
nell’oscurità – quello che evoca serenità
lontano – ma vicino è esplosione – e il coraggio di restare
dopo l’orrore andato
22/05/23