[pescatori hanno pregato – creato croci di legno– per tre volte hanno sperato –ma la tempesta incalzaavanzando] sordo dio abissale [–galleggiano] tra piogge
[del cielo] in contrasto – il guasto del mare
[– le barche sortite spezzate tre voltee tre volte inghiottiteminacciate dal vasto vento visto ]
discendere sulle ondemorte
Categoria: fumo di consumo
il fumo che ti va negli occhi quando consumi
molo IV
concludere nel buio in cui leggere di sé –
arrendersi di fronte alle acque
odorose – al molo pervaso
di zampe ramose dai ragni di ruggine
molo III
la gente a casa festeggia – regge il cristallo
alto dove la luce frammenta e scolora sui festoni – segni
ai limiti delle acque e vibrazioni – le infinite possibilità
molo II
il ritorno alle case
coi bambini e il sole e le ore tarde – di fronte alle tre isole attendere vuoti irrorare
spazi sul rosso vivo dei miei pensieri o percepire
il re dei maremoti
che posa la sua nebbia – le vela come spose
molo I
di fronte le acque del molo consumato –
quando ti piacque assaggiare la salsedine tra le punte
del giornoruggine o fuggire
l’amarezza delle case – e intorno
i cavalli idrici dell’enosìctono
città avara
nella città avara
stare a ridere e piangere
[– lo sguardo dissociato –]
tra i dati del piacere –
guardare senza respirare consumandosi
bandiere garrire sfilacciandosi
o i fiumi senza fonti che ci annegano
nel ripresentarsi delle stagioni –
bagnare d’acqua confusa i nostri visi
pieni di segni – semplici umori ricorrenti – e non trovarci sapori
ma ricordi appassiti
luce amara
scrutare inerte la mattina come inesistente
da finestre aperte – le braccia
conserte – la bocca
muta – vedere passare la gente – non saluta il mondo
insistente ma passa – assistere al niente tornare ricorrente in sogno – non sfuggirgli – la luce amara
è invadente – si dice nelle ombre – o chinarsi senza voglia
a raccoglierla – quasi sentirne il bisogno
vampate VII
e non dire ultime parole – appaiono viste da lontano più chiare
un po’ e da molto lontano più piccole e da lontanissimo non appaiono più
le cose – forse
credere di saperlo – di sapere le perle del mondo
immane – è il gioco che non si rompe – ma
la tua casa in fiamme
un tempo ora si è spenta del tutto domani
dalla grande burrasca – e non stupirti [– spaziinterposti tra noi anche se li atteaversi] –
non ho più niente da dirti
vampate VI
detto in un sogno – infettato
dall’affetto o mutato in fitte
reti di rancore – cresce succo guasto – danza
in odio – non si muove più
io andai via [mentre il gallo veniva ucciso –]
mentre magma ancora creava
raffreddandosi amore
vampate V
io – tormento o anticoscienza del presente – [avresti dovuto/potuto saperlo/ricordarlo]
tu – sempre più lucente –
ci aveva raccolto così la vita di prima- non c’era l’antica scienza dei mondi
possibili
a lenire i noi del passato tre la camere
amare troppo dispersi
per capire – [troppo imbecilli inesperti infantili – troppo egoistici nelle mosse] –
li dicevamo passaggi
di vita – e quando mossero
le energie
le scelte –
[hai preso il mulo e l’elefante e il leone e il grande falco –così il gatto e il fringuello – e io]
assaporai un ultimo istante l’acqua – parsa pura tante volte prima
ma quell’ultima [volta poca cosa –] parve porca e violata e
dunque non dissi addio noioso – o lo cazzate del mondo senza pazzi –
ma si diffuse in me il silenzio profondo mentre
•••••••mi•••••••
• • • • • • • d i s c i o g l i e v o • • • • • • •
• • • • • • • n e l • • • • • • •
• • • • • • • c o s m o • • • • • • •