molo V

[pescatori hanno pregato – creato croci di legno
– per tre volte hanno sperato
ma la tempesta incalza
avanzando] sordo dio abissale [
galleggiano] tra piogge
[del cielo] in contrasto – il guasto del mare
[– le barche sortite spezzate tre volte
e tre volte inghiottite
minacciate dal vasto vento visto ]
discendere sulle ondemorte

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città avara

nella città avara
stare a ridere e piangere
[– lo sguardo dissociato –]
tra i dati del piacere –
guardare senza respirare consumandosi
bandiere garrire sfilacciandosi
o i fiumi senza fonti che ci annegano
nel ripresentarsi delle stagioni –

bagnare d’acqua confusa i nostri visi
pieni di segni – semplici umori ricorrenti – e non trovarci sapori
ma ricordi appassiti

luce amara

scrutare inerte la mattina come inesistente
da finestre aperte – le braccia
conserte – la bocca
muta – vedere passare la gente – non saluta il mondo
insistente ma passa – assistere al niente tornare ricorrente in sogno – non sfuggirgli – la luce amara
è invadente – si dice nelle ombre – o chinarsi senza voglia
a raccoglierla – quasi sentirne il bisogno

vampate VII

e non dire ultime parole – appaiono viste da lontano più chiare
un po’ e da molto lontano più piccole e da lontanissimo non appaiono più
le cose – forse
credere di saperlo – di sapere le perle del mondo
immane – è il gioco che non si rompe – ma
la tua casa in fiamme
un tempo ora si è spenta del tutto domani
dalla grande burrasca – e non stupirti [– spazi
interposti tra noi anche se li atteaversi] –
non ho più niente da dirti

vampate V

io – tormento o anticoscienza del presente – [avresti dovuto/potuto saperlo/ricordarlo]
tu – sempre più lucente –
ci aveva raccolto così la vita di prima- non c’era l’antica scienza dei mondi
possibili
a lenire i noi del passato tre la camere
amare troppo dispersi
per capire – [troppo imbecilli inesperti infantili – troppo egoistici nelle mosse] –
li dicevamo passaggi
di vita – e quando mossero
le energie
le scelte –
[hai preso il mulo e l’elefante e il leone e il grande falco –
così il gatto e il fringuello – e io]
assaporai un ultimo istante l’acqua – parsa pura tante volte prima
ma quell’ultima [volta poca cosa –] parve porca e violata e
dunque non dissi addio noioso – o lo cazzate del mondo senza pazzi –
ma si diffuse in me il silenzio profondo mentre
•••••••mi•••••••

• • • • • • • d i s c i o g l i e v o • • • • • • •

• • • • • • • n e l • • • • • • •

• • • • • • • c o s m o • • • • • • •